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Architetto 0022: licenza di uccidere

21 novembre 2010

Sui maggiori quotidiani nazionali del giorno 20 novembre è stata pubblicata una notizia che sarebbe davvero comica, se non avesse invece una sua struttura che non si può definire meno che inquietante, sconvolgente, avvilente: il nipote ventiquattrenne di un boss della ‘ndrangheta di Reggio Calabria, iscritto alla Facoltà di Architettura del capoluogo calabrese (e già questo fatto da solo è avvilente, sconvolgente, inquietante), ha sostenuto e superato 22 (ventidue) esami del corso di laurea, di cui ben nove in soli quarantacinque giorni.

Cosa c’è di comico? Sicuramente i resoconti delle intercettazioni, i quali sembrano la sceneggiatura di una commedia all’italiana degli anni cinquanta.

Un esempio? Il dialogo tra il premuroso zio e l’aspirante architetto si svolge nel seguente modo:

“quanto hai preso?”

“trenta, trenta!”

“alla faccia del cavolo! Meno male! Di che cos’era?”

“di cosa, di agro … agro … agricoltura”.

Si trattava di un esame complementare il cui titolo completo è “Albericoltura generale e coltivazione arborea”, burocratico nome che sicuramente non aiuta ad essere facilmente ricordato, e che infatti lo studente chiede via cellulare all’assitente universitario con il quale avrebbe sostenuto la prova:

“come si chiama l’esame che devo dare?”

“Ah, ascoltami, io vado, mi siedo e nel caso …”

Questo altro aspetto è quello meno comico, ma tragico: il fatto che professori, assistenti ed addetti di segreteria siano stati conniventi e parte attiva nell’aver consentito di superare ventidue esami universitari ad una persona che, come scrivono i quotidiani, in una nazione civile non prenderebbe la sufficienza nemmeno in un tema di italiano della seconda media.
Professori, assistenti ed addetti di segreteria.

Se hanno fatto questo con il nipote di un boss della ‘ndrangheta, come stanno formando gli studenti “normali”?
E se questo studente “speciale” fosse arrivato alla laurea?
Se un giorno avesse cominciato a firmare progetti?

A parte lo sfascio urbanistico che genera gravissimi danni sul lungo periodo trasformando i suoli ed i tessuti urbani in un modo cristallizzato che in un paese qual’è l’Italia non si cambiano più (ci vogliono guerre e terremoti, per farlo), pensiamo ai danni anche sul breve periodo: alla possibilità che un laureato simile firmi calcoli strutturali, perchè può farlo; questa si che è una vera e propria licenza di uccidere, fornita direttamente da una Istituzione dello Stato.