Pyramide de verre

scorri indietro scorri avanti

Il proprietario di una struttura ricettiva di recente costruzione, ma di ispirazione retrò, ha avuto l’esigenza di aumentare il numero dei posti a sedere a disposizione del suo ristorante, senza però poter aumentare la grandezza dei corpi di fabbrica esistenti.

La soluzione è consistita nel progettare una copertura vetrata dello spazio a corte quadrata centrale che caratterizza l’impianto edilizio, così da poterlo sfruttare come seconda sala da pranzo.

La citazione “ironica” della piramide vetrata del Louvre dell’architetto I.M.Pei è subito sembrata essere la risposta ideale all’esigenza progettuale iniziale: un elemento neoclassico (realizzato con le più moderne tecnologie costruttive) inserito in un edificio che degli stilemi neoclassici ne ha fatto non solo il suo biglietto da visita ma una vera e propria bandiera.

Questa impostazione architettonica ha portato a dover risolvere non pochi problemi relativi ad alcuni importanti fattori, tra i quali spiccano lo smaltimento delle precipitazioni meteoriche (anche nevose, nella zona dove è situato il complesso alberghiero) e la giunzione tra la stessa piramide in vetro e l’esistente struttura in cemento armato del fabbricato.

Questa nuova copertura, con imposta alla quota di m. 3,00, è costituita da lastre di vetro del tipo basso-emissivo autopulente delle dimensioni di cm.140×140, ed è sostenuta da una rete di cavi in acciaio che sopportano le sollecitazioni ed i carichi gravanti sulle falde mediante un sistema di sospensione collegato alle lastre tramite bulloni articolati (“rotules”). I carichi agenti su di essa sono quindi trasmessi agli elementi di unione delle falde ed a quelli di imposta. Tutto il sistema è poi appoggiato su dei nuovi elementi in acciaio che a loro volta sono connessi a sbalzo ai pilastri in cemento armato dell’esistente hotel.

Sulla superficie esterna della piramide di vetro è installata una pellicola adesiva semiriflettente a base di poliestere stabilizzato (Madico 75 micron) con funzioni di riduzione dell’apporto solare verso gli ambienti sottostanti, in modo da contenere il carico lavorativo dei gruppi frigo.