Cinema ed Architettura
Leggi
Progettare è il più bel lavoro al mondo.
Certo, chiunque sia appassionato del proprio mestiere può affermare lo stesso della propria attività ma comunque il fatto di partire da un’idea per poi trasporla su carta come schizzo iniziale ed infine, dopo il passaggio necessario dei disegni tecnici ed esecutivi, vedere quell’idea trasformata in una scultura tridimensionale nella quale si può addirittura entrare, è davvero una meraviglia. C’è un contro, però: altri creativi, ed in particolare scrittori e pittori (un po’ meno i musicisti), hanno un vantaggio estremo rispetto a chi progetta spazi ed edifici, ovvero il controllo approfondito e totale delle loro opere, fattore assolutamente non accessibile agli architetti.
La famosa idea iniziale deve infatti dapprima rapportarsi con lo scoglio delle normative tecniche, locali e nazionali, che già provvedono ad assestargli una bella sforbiciata. La seconda boa da doppiare è rappresentata dalla Committenza con cui confrontarsi, e che in misura maggiore o minore deve pur dire la sua, visto che oltre a metterci le risorse economiche quasi sempre è chi fruisce dell’opera architettonica.
Infine, accade spesso che dopo alcuni anni (e magari anche nemmeno troppi), ulteriori fruitori dell’idea concretizzata decidano di metterci del loro con modifiche arbitrarie e quasi sempre cervellotiche, poiché non dettate da solide basi di conoscenza della materia, e per di più nemmeno discusse con l’autore.
Per andare agli estremi, cosa si potrebbe pensare se “Guerra e pace” di Tolstoj oppure “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust venissero modificati o in parte riscritti da lettori i quali improvvisamente decidono che il finale non è di loro gradimento, oppure che un certo passaggio gli dà troppa malinconia?
Lo stesso potrebbe valere comunque per l’Aida di Verdi o per la Gioconda di Leonardo da Vinci, o infine per la Divina Commedia dell’Alighieri.
Che sia questa, in fondo, l’essenza della cosiddetta cancel culture, ovvero l’ignorante che si accanisce su opere d’arte o di ingegno ed a suo piacemento cerca di modificarle e di torcerle verso i propri (bassi) livelli di conoscenza?
Gli architetti, comunque, sono sempre all’avanguardia, visto che con un fenomeno del genere sono costretti a combatterci da sempre.