Cinema ed Architettura
Leggi
La quinta rata del PNRR è stata da poco tempo erogata al nostro Paese dalle Autorità che ne sovraintendono la distribuzione.
La somma è ingente poiché si tratta di 11 miliardi di Euro che si sommano alle quattro precedenti, portando il totale generale a 113,5 miliardi di Euro. Di questi, 25 miliardi sono destinati alle infrastrutture ed alla mobilità, 30 all’istruzione, 15 alla salute, “mentre il resto l’ho sperperato” (cit. George Best).
Pur se una tale mole di denaro non si riversa solamente nel campo edilizio e architettonico, tuttavia è proprio questo settore, ovviamente nel campo delle opere pubbliche, che storicamente necessita di colossali investimenti.
Alla data della presente nota 13,7 miliardi di Euro delle somme PNRR sono stati impiegati nella tanto (erroneamente) vituperata misura del Superbonus, mentre restano al palo moltissimi interventi pubblici che sono stati si programmati, ma non ancora attuati.
Solo il privato sembra dunque essersi messo in moto in maniera vigorosa per utilizzare le somme che dovremmo rendere indietro a chi ce le ha elargite (solo una minor parte è infatti a fondo perduto, la maggiore è da restituire), mentre il settore pubblico pare arrancare anche solo per dotarsi di progetti da poter poi mettere a gara da successivamente cantierare.
In pratica, un potentissimo strumento di finanziamento che pur con il suo grande costo per i cittadini poteva in effetti essere l’occasione giusta per sostituire infrastrutture ormai obsolete o prive di manutenzione da anni (Genova docet) oppure di realizzarne di nuove al passo con i tempi che viviamo e che vivremo, rischia di essere sottoutilizzato o addirittura male impiegato. Tutto questo fa pensare che davvero la mesta fine del Superbonus 110% sia stata decretata per poter spianare la strada al PNRR il quale non è stato “filato” più di tanto da Imprese e Tecnici che erano alle prese con gli efficientamenti energetici e sismici sugli edifici privati, e che quindi non rispondevano alle varie gare e bandi di appalto.
Probabilmente la saggezza degli antichi Latini ha la meglio ancòra: “Mors tua, vita mea”.